Relazione della missione di monitoraggio progetti in Togo

dal 01 al 07/12/2023

Partecipanti:

Eugenia Marchesi e Angela Martignoni socie,

Nucci Ripamonti del Consiglio Direttivo

Partiamo da Milano Malpensa il giorno 19/11/2023 per Cotonou, Benin, per alloggiare presso l’orfanotrofio Maison de la Joie, nella cittadina di Ouida fino al 30/11. Si tratta di una tappa abituale per le socie Angela e Eugenia, da anni legate a questa realtà. La struttura, creata una dozzina di anni fa come Casa di Accoglienza dall’italiano Flavio Nadiani  e sua moglie Thérèse Gomina, proveniente da un villaggio del Nord del Benin, nei pressi di Parakou, ora residenti a Faenza, dopo una serie di adempimenti è ora riconosciuta come orfanotrofio dallo Stato beninese, dipende tuttora interamente dai finanziamenti italiani per il mantenimento degli attuali 34 bambini ed i 5 dipendenti.

01/12/2023 Trasferimento in Togo, attraverso la frontiera terrestre di Hillacondji, dove ci attende Ayéna, che incontriamo verso le 9.30, ora togolese, indietro di un’ora rispetto al Benin. Partiamo subito per la prima visita, la scuola materna di Adjodogou, alla quale abbiamo fornito nel 2023 i banchi e le sedie per circa 40 bambini. Ce ne aveva fatto richiesta il direttore scolastico durante il nostro precedente viaggio. Avevamo trovato 40 bambini con solo una decina di seggioline di plastica disponibili. Oggi i bambini iscritti sono circa 50 e tutti hanno banchi e sedie di legno, data la variabile dei presenti. Il direttore ha subito chiesto di Marco, conosciuto anni prima e incontrato più volte per un altro progetto. Ora chiede la fornitura di qualche gioco per esterno, come le altalene. Ci lasciamo con il suggerimento di presentare la domanda a Umespe.

Avremmo il tempo di visitare la scuola di Atsansi, logisticamente non lontana, anche se non prevista per oggi, ma gli insegnanti sono in aggiornamento, per cui proseguiamo come da programma. Prima però c’è il tempo per una breve sosta presso il meccanico togolese dove giace smontato il nostro ormai tristemente famoso trattore. Il meccanico ha stilato la lista dei ricambi necessari e li sta cercando a Lomé, con il proposito di rivolgersi al mercato di Accra per ciò che non si troverà in territorio togolese. Parlando con Ayéna, emerge un elemento inatteso: pare che il trattore, acquistato nuovo presso il concessionario di Lomé, di importazione dalla Turchia, abbia il motore composto da materiale usato! Il nostro caso si inserirebbe in una truffa di amplissime proporzioni. Dopo che il Governo togolese ha emanato il decreto che permetteva di importare i trattori Tumosan dalla Turchia, un ricco togolese avrebbe investito circa FCFA (sefa) 1.000.000 nel business e che quasi tutti i trattori importati siano oggi fermi per lo stesso motivo. Una triste quanto banalissima storia di corruzione tra gli agenti incaricati dell’operazione di acquisto e i venditori turchi!

Sono propensa a credere alla storia, che spiegherebbe l’impressionante numero di guasti del trattore da noi finanziato.

Arriviamo poi come previsto a Zegle Yéyé, alla porcilaia di Skote Ferme. Durante la nostra precedente visita del gennaio 2023 il rappresentante del groupement, il giovane Raphael Mawounou, diplomato al liceo di agraria, ci aveva favorevolmente impressionato.

Ritengo che, come da migliori nostre aspettative, abbia davvero sfruttato al meglio il nostro aiuto. Il progetto prevedeva il raddoppio degli esistenti 5 stalli e relativi maiali, nonché la costruzione di un magazzino – alloggio per il guardiano notturno.

Gli stalli per i maiali appaiono in ordine ed i maiali, che a gennaio erano 8, sono ora 23. Ci viene spiegato che la scrofa non c’è perché stanno per farla incrociare con un’altra razza locale ancor più robusta. Il già esistente punto vendita denominato Sukot Ferme situato lungo la strada principale continua l’attività. Pur con qualche intoppo per reperire il materiale corretto per la costruzione del magazzino in metallo, l’edificio è stato completato, appare ben integrato e svolge le previste funzioni come deposito beni e attrezzi e, attraverso l’utilizzo di una tenda interna, è stato creato lo spazio per l’alloggio del guardiano notturno. L’attività agricola è stata implementata ed hanno aggiunto anche una buona produzione di miele, avendo trovato il posto giusto per le arnie, dopo diversi tentativi, proprio sotto il baobab che tanto ci aveva colpiti nella precedente visita. Raphael è entusiasta, non finisce di ringraziare per l’aiuto ricevuto. Per concludere la soddisfacente visita, cerchiamo un posto per il nostro “pranzo al sacco” e Raphael ci offre l’ombra del mango del cortile di casa sua, poco distante dal loro campo. Ci illustra il suo futuro progetto di allevamento di polli. Anche in questo caso, suggeriamo la presentazione della domanda a Umespe, per una successiva nostra valutazione.

Finalmente, alle 14.30, arriviamo a Lomé, all’ abituale hotel Florida.

Ci ritroviamo alle 16.30 con Ayena, per incontrare la borsista del corso di sarta-modellista Idjioma. E’ un incontro emozionante, che avviene nella sua nuova casetta, poco distante dalla precedente, che le offre un pò di spazio in più per la sua attività. Ayéna mi spiega che devo a tutti i costi avere un abito togolese, per dimostrare che amo questo Paese. Aderisco entusiasta, scelgo la stoffa tra diverse opzioni, Idjioma prende solo tre misure ed il giorno dopo avrò una meravigliosa casacca con il “pagne”, la gonna che viene avvolta intorno ai fianchi. Idjioma è consapevole dell’aiuto ricevuto, grazie al contributo di Achille Monegato ed Emanuela Loro e abbiamo modo di osservare la sicurezza con cui si approccia al suo lavoro. Ricordo che il suo corso triennale è stato superato in due anni e che quindi sta già svolgendo l’apprendistato formativo con una sarta locale come tutor. Il diploma comunque non le verrà consegnato prima del dicembre 2024, come inizialmente previsto.

02/12/2023 Ayéna ci aveva avvisato che il programma della mattinata sarebbe stato influenzato da due eventi per i quali era richiesta almeno una sua breve presenza. Partiamo così per Dzrékpo-centre, dove ha sede il liceo da lui frequentato in gioventù e dove si sta tenendo un incontro tra gli ex allievi, gli insegnanti e le autorità locali. Dopo una sosta che permettesse ad Ayéna di salutare i vecchi compagni e professori, proseguiamo per Dzrékpo-Hagou, il villaggio di Ayéna, dove si sta tenendo il funerale del padre del medico, a sua volta ex medico, che ha curato efficacemente sua madre e con il quale ha ottimi rapporti. Ci tratteniamo per oltre un’ora, tra canti, musica, esibizioni e la messa, alla fine della quale il corteo dei familiari parte per la tumulazione della salma. Poiché avevo espresso il desiderio di trasmettere alla famiglia del defunto i nostri omaggi e rispetto, Ayéna mi comunica che ripasseremo dopo la visita prevista per una proposta di nuovo progetto.

Ci dirigiamo così nelle vicinanze, per incontrare Tevi Yao alla sua fattoria in Dzrékpo-Hagou. Si tratta di un giovane diplomato al Centre de formation agricole. E’ sposato da appena 15 giorni e possiede una piccola fattoria molto ben organizzata, ordinata e pulita e, sottolinea Ayéna, è “pasteur”. Difficile categorizzare quest’ultima qualifica, certamente significa che si tratta di una persona che ha approfondito la sua formazione religiosa.

Emerge anche che è uno zio della nostra borsista Idjioma, la quale ha vissuto con la sua famiglia per 6 anni dopo essere rimasta orfana. Oltre alla produzione di prodotti agricoli vari (riso, mais, kren-kren e canna da zucchero), alleva galline golia (più grosse del normale), anatre e “pintades”, una specie di fagiano. Le fagiane di questo tipo sono poco propense alla cova, ma la loro carne è di qualità ed ha un’ottima resa commerciale, oltre alla possibilità di venderne le uova. Per questo motivo vorrebbe un’ incubatrice. Non è riuscito a creare un groupment interessato al suo progetto, per cui ci troviamo di fronte all’anomalia di un progetto individuale, da valutare sia per questa peculiarità, che per il fatto della parentela con la nostra borsista sarta. Aggiungo che tutte noi abbiamo avuto un’ impressione più che positiva e che forse il finanziamento richiesto non è di grande entità. Per ora Ayéna non gli ha fatto presentare la domanda, in attesa della nostra valutazione degli elementi sopra riportati. Vale la pena sottolineare che il valore commerciale di ogni fagiano è di FCFA 4.000 e che ha finanziato il suo matrimonio vendendone 12.

Sulla strada del ritorno, Ayéna ci porta a presentare i nostri omaggi alla famiglia del deceduto, che è riunita per il pranzo all’aperto in una struttura religiosa. Finiamo per essere invitati, così pranziamo tra musica e balli di un gruppo di giovani ragazzine e bambine, con suore e prelati presenti.

Ci rechiamo nel pomeriggio ad Aninyo a Djolo. Il presidente ed il segretario del groupement ci conducono dal capovillaggio, dove c’è lo scambio tradizionale di presentazione e vicendevoli ringraziamenti. Ci dirigiamo poi nel nuovo magazzino costruito quest’anno per stoccare il riso e per ricoverare il tricycle finanziato. A lato del magazzino, veramente bello e ampio, nonché abbastanza fresco rispetto all’esterno, è stata collocata la nuova area di essiccazione. Per facilitare lo stoccaggio del riso, rispetto al progetto originario, è stato aperto un passaggio, che ha comportato la porta aggiuntiva. Veniamo accolti dalla canzone di benvenuto dei bambini, poi parlano i rappresentanti del groupement, grati per i doni ricevuti e soddisfatti dei risultati della stagione, grazie alle piogge, che quest’anno sono state importanti, al tricycle, che ha abbattuto la consistente fetta di costi prima necessaria per trasportare il riso al villaggio (circa 5.000 sefa a viaggio, per almeno 7-8 viaggi) e all’area di seccaggio che consente di conservare perfettamente il riso per lungo tempo nel magazzino. Avanzano la richiesta di sostituire la decorticatrice che avevano acquistato in proprio alcuni anni prima, che si è rotta e comunque non è più sufficiente per i loro bisogni.

Si presenta anche il rappresentante di un groupement ghanese di Dakpa, che ha preso in affitto un terreno togolese adiacente a quello di Aninyo, ancor più esteso e provvisto di un sistema di regolazione dell’acqua. Se Aninyo produce attualmente circa 20 tonnellate a raccolto (che significa ton. 40 a stagione, visto che si fanno due raccolti), il groupement ghanese ne produce ton. 50 x 2 = ton. 100 a stagione. Viene subito valutata la possibilità che decidano di utilizzare in futuro l’eventuale nuova decorticatrice di Aninyo, ma l’opzione viene scartata, sia per la collocazione logistica del loro campo rispetto al villaggio, ma soprattutto perché portano il riso in Ghana e, se lo lavorassero in qualche modo in Togo, subirebbero pesanti dazi doganali. E’ presente anche il responsabile per zona del Ministero dell’agricoltura togolese, signor Sambiani Kampwksoa. Anche lui ci fa delle richieste: finanziare l’acquisto di una decorticatrice delle dimensioni sufficienti per tutta la regione, visto che quella “governativa” presenta periodici problemi, ma gli viene spiegato che non gestiamo progetti così grossi. Ci illustra poi la necessità delle autorità togolesi di indire corsi di formazione per i risicoltori dell’area, per insegnare come costruire i sistemi di regolazione dell’acqua, oltre alle corrette tecniche di coltura, chiedendo personale anche specializzato sia per i corsi che per le verifiche in campo. Spiego che il personale generico è facilmente reperibile in zona, mentre non potremmo risolvere il problema dei tecnici idraulici e agricoli specializzati. Ayéna concorda, ma capisce anche l’importanza di mantenere aperto questo contatto e gli propone di incontrarsi tra loro per eventuali collaborazioni. Ci portano poi con il tricycle al loro campo di riso, che si presenta in tutta la sua bellezza. Ayéna aveva procurato per noi gli stivali di gomma, per cui attraversiamo a piedi la risaia di Aninyo, raggiungendo quella dei groupement ghanese, confinante a sud con quello di Aninyo (a ovest c’è il confine con il Ghana). Va subito specificato che i rapporti di vicinato tra i due gruppi appaiono ottimi e Aninyo non sembra assolutamente infastidita dalle maggiori dimensioni e dalle dotazioni idrauliche del campo dei vicini. Il groupement ghanese vorrebbe estendere la coltivazione al campo successivo, che è situato ancora più a sud rispetto al campo di Aninyo e che attualmente è diviso dal campo in locazione da una grossa fila di alberi. Chiedono una motosega per tagliare gli alberi e una “moissonneuse-batteuse”, ovvero di una mietitrebbiatrice, per far fronte alla mole di lavoro attualmente svolto a mano. Riattraversiamo i due campi e arriviamo ormai con il buio al villaggio di Aninyo, Rientriamo a Lomè sinceramente provate dalla fatica.

03/12/2023 E’ domenica e la mattina ci rilassiamo con una passeggiata al lungomare, dove pranziamo. Alle 16.00 ci incontriamo in albergo con Ayéna, per parlare dei possibili progetti di formazione.

Formazione in chimica = richiede formazione universitaria in Lomè.Il ciclo di studi prevede 4 o 5 anni a secondo della specializzazione + master. Gli chiedo quali siano gli sbocchi possibili e apprendo che in passato si poteva solo insegnare, non esistendo in Togo un’industria chimica sviluppata. Recentemente però il Governo togolese ha emanato un programma di sviluppo relativo al controllo di qualità, già avviato, che spazia tra fisica, farmaceutica (per il controllo dei farmaci), agroalimentare (per esempio per lo yogurt), sanitario, eccetera. Ci sono quindi molti sbocchi professionali possibili, soprattutto tra 4-5 anni, quando si completerebbe la formazione del nostro candidato. Bisogna tenere conto comunque dei costi complessivi di studio, vitto e alloggio, eccetera.

Formazione di un panettiere = E’ possibile ottenere la licenza con un corso di 3 anni. Bisognerà prevedere anche il costo di un forno a gas, che eviterebbe al futuro panettiere di dover pensare ad un forno a legna tradizionale, ponendo la necessità di un terreno idoneo e del costo di costruzione del forno. L’ultimo giorno Ayéna ci porterà a vederne uno in uso nel quartiere della sua casa di Lomé.

Formazione di un secondo meccanico per trattori = assodato che in Togo è difficilissimo trovare un meccanico specializzato in trattori, un ulteriore specialista troverebbe facilmente impiego sia per il mercato generale che per il nostro trattore. Ayéna conferma che il primo corsista inviato in Ghana si sta comportando molto bene e che la carriera intrapresa gli piace molto.

Formazione per utilizzo d’argilla per mattoni in terra cruda = Lo scorso anno Umespe ci aveva presentato un progetto di formazione denominato “Projet d’initiation à la construction d’habitat bioclimatique”. L’avevamo accantonato in attesa di più dettagli, che ora Ayéna ci fornisce. Il Togo affronta un grosso problema di erosione delle coste, per cui il Governo togolese ha vietato l’utilizzo della sabbia per il materiale di costruzione. Si è cercato di sopperire con delle cave nell’entroterra, ma si sono verificati parecchi danni, per cui è stato emanato un progetto di ricerca di materiali innovativi, con incoraggiamento all’utilizzo di materiali locali e l’intento di recuperare delle tecniche di costruzione tradizionali. L’argilla cruda , lungamente utilizzata in passato e tuttora molto presente nei villaggi, presenta il difetto di dover essere continuamente manutenuta. Ayéna è entrato in contatto con una grossa organizzazione, presente in Senegal e Costa d’Avorio, che insegna la tecnica dei mattoni di argilla cotta e l’utilizzo dello stesso  materiale base come legante. Sono già in atto degli esempi di costruzione con questi mattoni in argilla. La stessa casa di Ayéna al villaggio di Dzrékpo-Hagou è costruita con tali mattoni. Il giorno successivo Ayéna ci porterà al villaggio di Sichem farm (link per maggiori informazioni: https://www.togodebout.be/fr/projecten/plattelandsontwikkeling/sichem/), creata da un imprenditore privato, sotto forma di centro di formazione e innovazione in campo agricolo. Vi si trovano alcuni edifici ricettivi (alloggi, ristorante, bar), culturali (libreria), oltre alla scuola di formazione con i campi adiacenti, il tutto costruito con i mattoni di argilla. L’effetto è estremamente gradevole e ben integrato. Le costruzioni presentano anche il vantaggio di una migliore vivibilità, in quanto restano più fresche e disperdono il calore molto meglio del cemento tradizionale.

Capiamo che l’intento del progetto è di dare un futuro ad Umespe, in caso di cessazione dei nostri progetti. Prevedeva nella stesura dello scorso anno la formazione di due membri della onlus, che al termine del corso in Togo, dovrebbero ultimare gli studi in Costa d’Avorio. Si tratterebbe comunque di richiedere un progetto dettagliato e la revisione dei costi.

Angela approfitta dell’incontro per chiedere ad Ayéna notizie del Centro di salute finanziato in passato, che aveva avuto molti problemi di furti di denaro e farmaci. Ayéna ci spiega che è stato integrato nel distretto sanitario di zona, per cui ora funziona bene, anche per la distribuzione dei farmaci. Nessuno dei colpevoli degli ammanchi precedenti è stato comunque perseguito e resta il dubbio sugli effetti del mancato ripianamento del valore dei furti.

Ayéna parla anche dei crediti maturati a favore di Gocce per l’Africa rispetto agli ultimi progetti. Dice che se ne parlerà al prossimo incontro con i membri di Umespe, che vorrebbero avanzare una proposta in merito a questo argomento e ad altro. Resta però molto vago, dice di non voler anticipare nulla, che è meglio parlarne tutti insieme. L’effetto è quello di aumentare la nostra curiosità, ma dovremo aspettare.

La serata si conclude con la cena offerta da Ayéna, presso la sua abitazione di Lomè.

04/12/2023 Cominciamo una giornata convulsa, che stravolge il programma previsto. Ci rechiamo alla scuola EPP Agdobankopè, che si affaccia sulla strada principale di collegamento tra Lomè e Aneho, in una grande area recintata. Nel progetto originario dello Stato togolese avrebbe dovuto ospitare anche un centro della salute, mai realizzato. C’è dunque molto spazio ancora utilizzabile. Incontriamo il direttore, signor Gnamavo Codjo, che dirige una scuola alla quale risultano iscritti 552 alunni delle elementari e della materna, con un grosso edificio scolastico composto da 5 aule, assolutamente insufficiente. Inoltre i bagni hanno subito un parziale crollo, per cui sono inagibili e non esiste un sistema lavamani. E’ utile sottolineare che recentemente in Togo sono avvenuti degli incidenti negli edifici costruiti come apatam (tettoie delimitate da bassi muretti in argilla, con il tetto di paglia o lamiera), destinati ai bambini della materna; un bimbo è morto e altri sono rimasti feriti. Il Governo ha dunque vietato l’uso degli apatam. Per questo motivo, le scuole, ove possibile, hanno ognuno ceduto una delle aule destinate alle elementari alla scuola per l’infanzia, costringendo i bambini del corso superiore a tornare alle lezioni sotto gli alberi. Non tutti però svolgono le lezioni all’esterno, perché emerge un nuovo problema: gli insegnanti abilitati sono oggi in numero insufficiente. Il Governo togolese ha già emanato un “concorso” e ne ha in programma un altro in tempi brevi, ma la situazione è quella descritta, con aule che arrivano a raggruppare 80/100 alunni. La richiesta è di un edificio scolastico di 3 aule, con bagni e lavamani relativi, che probabilmente vanno ipotizzati di dimensioni o numero maggiori del solito.

Proseguiamo lungo il nostro percorso, per raggiungere la scuola materna di Yohonou, già visitata lo scorso gennaio, dove siamo accolti dal consueto festoso benvenuto. Notiamo una diminuzione degli iscritti. Se nel precedente anno superavano il centinaio, con 84 presenze, oggi sono scesi a 86 iscritti, con 63 presenze.

Il motivo, secondo Ayéna, è da ricercarsi nella giovane età e inesperienza della nuova direttrice, che si è trovata a sostituire una figura molto dinamica e capace di coinvolgere i genitori. La variazione probabilmente richiede un pò di tempo per stabilizzarsi. Tutti noi speriamo che sia questa la motivazione; sarebbe un vero peccato che i villaggi dei dintorni si disamorassero di questa bella e funzionale struttura. Non ci viene avanzata alcuna richiesta.

Raggiungiamo poi la scuola di Atsansì, completata per entrambi gli edifici previsti, incluse le correzioni, i relativi bagni e lavamani, l’ufficio ed il magazzino, anch’essi oggi utilizzati.  Anche qui ai bambini della materna è stata riservata un’aula, per il divieto di utilizzo del previsto apatam. Non troviamo alcun bambino delle elementari a tenere lezione sotto gli alberi, semplicemente perché non ci sono insegnanti sufficienti per tutte le classi, che vengono così accorpate. Troviamo dunque conferma della penuria di insegnanti abilitati. Ci chiedono di finanziare la costruzione della scuola materna.

Dopo la sosta per il pranzo, procediamo per raggiungere il groupement di Mado, nel villaggio di Atti-Atowou. Li avevamo incontrati lo scorso dicembre 2022 e ci aveva convinto il loro dinamismo e la preparazione specifica in agraria di due dei componenti. Ci aspettano oggi il capo del groupment e suo fratello, gli altri sono tutti impegnati nei campi per la raccolta del riso. Raggiungiamo il primo dei campi dopo una passeggiata a piedi, tra stradine ancora fangose per le piogge recenti. Provvisti di stivali, visitiamo la loro risaia, che è più che raddoppiata grazie alle attrezzature agricole ricevute. In particolare il motocoltivatore si è dimostrato utile per ampliare la superficie coltivabile, che ora produce anche mais, fagioli e pomodori, anche se quest’ ultimi sono stati colpiti da un fungo non ancora debellato. Prima del nostro finanziamento, riuscivano a coltivare solo un ettaro di riso e un pò di igname, il tubero per ottenere il foufou (una delle loro “polente”). Ora il campo si è notevolmente ampliato e la produzione di quest’anno, ci viene riferito, è ottima.

Proseguiamo per il secondo campo, una risaia nella quale stanno ultimando il raccolto, dove la luce del prossimo tramonto esalta persino le stoppie! Questo campo è gestito da un paio di altri componenti del groupement, ma dovrà essere lasciato l’anno prossimo per accordi con il proprietario. La prossima stagione dunque questi membri trasferiranno la loro coltivazione in un campo adiacente al primo da noi visitato.

Ci chiedono di visitare il campo della coltivazione delle arachidi, gestito dalla moglie di un appartenente al gruppo. Anche qui il motocoltivatore ha fatto la differenza, consentendo di ampliare notevolmente la superficie coltivabile. Chiedono di ottenere un nuovo finanziamento per la costruzione di un magazzino ed un’area di essiccazione, da localizzare nei pressi del primo campo. Premesso che i vari membri del gruppo lavorano campi relativamente distanti l’uno dall’altro, preciso che Gocce per l’Africa non prevede progetti individuali, per cui bisognerebbe trovare una collocazione dei beni che ne consenta un utilizzo comunitario. Per spingerli a trovare una soluzione più in linea con la nostra filosofia, Ayéna suggerisce di pensare a un magazzino/deposito, da collocare in luogo accessibile a tutti, magari al villaggio dove abitano, magari con l’aggiunta di un ulteriore macchinario utile, che compensi la maggior distanza e la difficoltà di provvedere all’area di seccaggio. L’incontro si conclude tra le prime ombre della sera, con l’impegno di Ayéna ed i capigruppo di ritrovarsi e predisporre una domanda di progetto attuabile.

05/12/2023 Visitiamo stamani la scuola del villaggio di Dzrèkpo-Hagou, poco distante dalla casa di Ayéna. Incontriamo il preside della scuola, signor Donouvi Yaovi e la direttrice della scuola materna, signora Kwadzo Délavi. Gli studenti iscritti sono 220 per la scuola elementare e 81 per l’asilo. Oggi, in occasione della nostra visita, i bambini della materna ci attendono nell’ apatam, anche se, secondo le nuove norme, è stato allestito il loro spazio decorato e con i “coin” (angoli destinati ad accogliere il materiale per le specifiche attività) in una delle aule dell’edificio destinato alle classi elementari, “sfrattando” di fatto una delle classi elementari, che svolge le lezioni sotto gli alberi. Doveroso segnalare che anche qui la struttura che accoglie 10 bagni è totalmente inagibile e non c’è alcuna traccia di un lavamani. La richiesta è di finanziare una struttura da 3 aule. Vedremo nell’ipotesi di progetto se si potrà sopperire anche ai bagni e lavamani mancanti in tutta la scuola.

Proseguiamo per la casa di Ayéna, nel suo villaggio, per il pranzo che ci viene offerto in un’atmosfera cordiale. Incontriamo qui anche la sua mamma, che sta molto meglio rispetto alla nostra precedente visita a Lomè dello scorso dicembre 2022 – gennaio 2023 ed è tornata a vivere nel villaggio. Apprendiamo che una sorella di Ayéna ha partorito una bimba due giorni prima e che la nonna tornerà insieme a noi verso Lomè, dove arriviamo verso  le 16.00, per conoscere la nuova nipotina.

Provate dalla maratona, rientriamo a Lomè.

06/12/2023 Stamani ci rechiamo alla scuola di Vo-Attivé, già visitata nel precedente viaggio 2022-2023. Allora avevamo trovato i bambini riuniti sotto gli alberi, ci avevano chiesto di finanziare una scuola materna, ma non avevano presentato la domanda, per cui non se ne era fatto nulla. Ora la richiesta viene rinnovata e incontriamo il preside del complesso scolastico esistente, signor Amezian Toglo Elavagnon. Apprendiamo che a questa scuola fanno capo altre 13 scuole, quindi rappresenta un vero e proprio distretto scolastico. Anche qui ci sono 8 insegnanti per 9 classi, a riprova della mancanza di abilitazioni. Incontriamo altresì il direttore della scuola materna, signor Tassegue Pépkpéli Mamalnésso, conosciuto nella visita precedente, molto più attivo e dinamico del preside, che forse, anche se inverosimilmente, ha qualche problema con il francese. Il fabbisogno sarebbe di un asilo da 2 classi, un ufficio, un magazzino e l’insolita richiesta, accompagnata dalla formula “se possibile”, del collegamento della scuola alla rete idrica che scorre interrata nella strada adiacente. L’intervento non supererebbe i 20-30 metri di scavi. Subito chiedo come sia possibile che lo Stato abbia autorizzato una scuola di 3 edifici distinti senza alcun accesso all’acqua, se non quella che viene approvvigionata manualmente attraverso contenitori vari a circa 200 metri. Mi spiegano che all’epoca della costruzione degli edifici non era previsto e successivamente non sono mai riusciti a coprire i costi di collegamento in proprio. Scopriamo però che a 300 metri, nel villaggio vicino, è stata costruita una nuova scuola materna da qualche politico locale. Al mio dubbio che si voglia arrivare a chiudere la scuola oggetto della nostra visita rispondono che è impossibile, grazie alla natura di distretto scolastico. Chiedo quanti bambini della materna fossero iscritti nell’anno scolastico precedente e apprendo che da 103 iscritti, di cui un’ottantina frequentanti, si è scesi a 73 iscritti, di cui solo una quarantina frequentano regolarmente. Ayéna esprime il dubbio che la costruzione di un nuovo asilo possa frenare l’emorragia delle iscrizioni. Ce ne andiamo perplessi e Ayéna ci guida verso un vicino ambulatorio sanitario, dove, chiacchierando con l’ infermiera capo (le altre continuano tranquillamente nella loro “siesta”), dopo aver visitato la sala parto, aver chiesto i numeri degli assistiti e informazioni generali, emerge che è prevista la costruzione di un ulteriore asilo a 500 metri in direzione opposta al primo. Ce ne andiamo scoraggiati e ancor più convinti che un nostro intervento non abbia alcun senso.

Torniamo a Lomè, passiamo a visionare il forno a gas di una ragazza panificatrice nel suo locale nel quartiere tra il Florida hotel e la casa di Ayéna. Sono circa le 13.30. Ci comunica che riesce a produrre fino a due informate al giorno, ma di solito ne fa solo una, che vende in parte a locali di ristorazione e in parte a privati e che ha integrato la sua attività con il lavaggio e stiro di panni conto terzi, utilizzando la sua lavatrice e il suo ferro da stiro. Ogni informata produce fino a 54 pani (simili al nostro pane in cassetta), che vengono venduti a FCFA 100 l’uno ai privati e a FCFA 500 ogni  6 pani ai ristoratori.

La sera prima avevamo proposto ad Ayéna di offrirgli il pranzo in qualche locale sulla spiaggia. L’idea gli piace, ma dobbiamo aspettare i suoi figli minori, che usciranno da scuola alle 14.30 e che vogliono unirsi a noi. Verso le 15.00 passiamo alla sede di Umespe per ritirare due ricevute di spese anticipate da Ayéna e che dobbiamo rimborsargli. Vista l’ora tarda, sarebbe logico fermarsi per l’incontro previsto, ma così non avviene. Passiamo anche alla sede di Europcar, per saldare il noleggio del mezzo, raggiungendo la spiaggia verso le 17.00. Perplessi per il previsto appuntamento delle 16.00 con i membri di Umespe, dapprima Ayéna ci tranquillizza, poi la Presidente ci chiama per comunicare che deve rientrare a casa e ancora più tardi se ne vanno anche gli altri nostri partners. Il pranzo/cena si conclude verso le 19.00 e al passaggio presso l’ufficio di Umespe troviamo solo Idjoma, con l’abito kimono preparato per Emanuela Loro, come ringraziamento per il finanziamento della sua formazione, generosamente offerto a nome suo e del marito Achille Monegato.

Rientriamo all’albergo e salutiamo l’autista, signor Jérome, una persona estremamente discreta, prudente e calma, che ci ha consentito di viaggiare in sicurezza su strade ed in condizioni di traffico a tratti drammatici.

Salutiamo anche Ayéna, che si prende l’impegno di far arrivare un taxi per l’una di notte, per accompagnarci in aeroporto.

07/12/2023  Come previsto, ci imbarchiamo alle 3.40 del mattino all’aeroporto di Lomé per raggiungere Casablanca dopo 6 ore e 15 di volo. Attendiamo poi fino alle 14.00 per proseguire il viaggio verso Malpensa, con altre 3 ore di volo e vi atterriamo alle 16.05 ora italiana (- 1 ora rispetto a Togo e Marocco). Un caffè per salutarci e ognuno prosegue verso le rispettive case, dove giungiamo tra le 18.00 e le 19.30. Un lungo viaggio, che consente di assorbire il rientro in un tempo atmosferico decisamente diverso.


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