Partecipanti. Riccardo Leoni e Marco Roncelli, associati di Gocce per l’Africa ONLUS
Achille Monegato simpatizzante.
Atchou Ayena di U.M.ESP.E
Nota: 1 Euro = 655,957 F CFA
Motivo della visita. Monitoraggio dei progetti conclusi e in fase di conclusione. Valutazione di nuovi progetti proposti dal nostro partner in Togo, nel settore agricolo e nel settore della creazione di reddito a favore di fasce deboli della popolazione.
Scoops Dekawowo Kpomé. Questa cooperativa ha ricevuto da pochi giorni le attrezzature per produrre la manioca (grattugia, presse, bacinelle per raccogliere la farina e padelle per tostare la farina di manioca) e la sgranatrice per il mais.
Siamo stati accolti con musiche e canti e ci è stato offerto il pranzo.
Abbiamo chiesto una previsione dell’impatto che le attrezzature fornite potrebbero avere sulle loro attività produttiva ottenendo le seguenti risposte:
- Manioca. Una bacinella grattugiata a mano richiede un’ora, a macchina 2 o 3 minuti
- Mais. 5 ton sgranate a mano da 25 persone richiedono 2 giorni; 5 ton sgranate a macchina richiedono 3-4 ore con l’impiego di 2 persone.



Grazie ad una donazione specifica verranno realizzati, su un terreno limitrofo, in fase di acquisizione, un magazzino da 30 m², una stalla per le capre da 20 m² ed un un’area di essiccamento da 100 m² circa. La cooperativa ha già pagato il terreno ma sembra non riuscire a farsi consegnare i documenti necessari dai vecchi proprietari ed a farsi dare dal capo villaggio l’attestazione del pagamento già avvenuto. Ayena si è offerto di gestire la pratica dell’acquisizione del terreno per portarla a conclusione rapidamente. Dopo molti tentennamenti ed una veloce riunione del consiglio della cooperativa, la proposta di Ayena è stata accolta.
Impianto di decorticazione di Kovéto – Animabio. Cooperativa Xanomé. Presenti solo 7 persone; a causa delle piogge del giorno prima tutti sono in campagna a preparare il terreno per la coltivazione della manioca.
Atmosfera molto depressa in quanto sia il mais che il riso hanno dato un pessimo raccolto a causa della irregolarità delle piogge.
Alcuni membri del groupement sono stati messi in prigione perché non sono stati in grado di rimborsare i prestiti ottenuti per avviare la produzione dello scorso anno.
Lo stato riconosce il groupement e lo assiste tecnicamente mediante un ente apposito, però non concede prestiti e non effettua investimenti per adeguare i terreni alla coltivazione del riso.
Durante la visita di novembre ci era stato richiesto di fornire delle motopompe per irrigare i campi in caso di mancanza di piogge; in quell’occasione abbiamo respinto la richiesta in quanto improvvisata e non supportata da uno studio di fattibilità dove fosse valutata la sostenibilità economica della proposta, tenendo conto dei consumi di carburante.
Questa volta ci è stato chiesto di costruire una diga e di sistemare almeno 30 ha di terreno in modo da renderli adatti alla coltivazione del riso, inoltre ci è stato chiesto un trattore, una trebbiatrice e un’area di seccaggio.
La nostra risposta è stata negativa perché quanto richiesto richiede enormi capitali ma, per prima cosa, la proprietà dei terreni.
La cooperativa dispone di 84 ha in affitto per 3 anni rinnovabili. L’affitto attualmente pagato è di 25.000 F CFA per ettaro all’anno. Attualmente sono utilizzati 25 ettari.
Nonostante tutto, per la prossima stagione i membri della cooperativa pensano di seminare a riso 25 ettari.
Cooperativa Gbénodou di Kpétou/Bas-Mono. Il villaggio si trova nella zona di Tabligo, è piuttosto disordinato e sporco, anche le abitazioni, spesso in terra cruda, sembrano piuttosto malconce.
Alla riunione erano presenti 8 uomini e 2 donne. La cooperativa è composta da 14 persone. Produce mais, gombo, pomodori, manioca, peperoncini, legumi, fagioli e ha una limitata attività di allevamento.
Una piccola parte dei terreni é in comune; il resto é costituito da campi individuali che ognuno coltiva per conto suo; chi non ci riesce ricorre all’aiuto, a pagamento, degli altri membri che versano la remunerazione in una cassa comune. La cooperativa dispone in totale di 35 ettari
L’attività principale è la coltivazione del mais. Difficile capire quanto ne sia prodotto perché la quantità è espressa con un’unità di misura che nemmeno Ayena riesce a capire; la cooperativa però è conosciuta in zona per essere una grande produttrice di mais che vende a buon prezzo.

Tipica modalità di conservazione del mais |
Il mais è conservato in grossi mucchi molto ordinati di pannocchie.
I mucchi sono sollevati da terra tramite blocchetti di calcestruzzo e sono protetti dalla pioggia da un tetto di paglia. In qualche caso sono rivestiti lateralmente da una rete metallica a maglie abbastanza strette per impedire di sfilare le singole pannocchie.
Si tratta di un sistema di conservazione molto primitivo, che non consente di conservare a lungo il mais perché viene aggredito dagli insetti e danneggiato dalle muffe. Non disponendo di un serio sistema di stoccaggio e di conservazione la cooperativa è costretta a vendere buona parte della produzione subito dopo il raccolto, quando l’offerta é abbondante ed i prezzi sono bassi.
I terreni sono molto argillosi e richiedono di essere lavorati con trattori molto potenti; i motocoltivatori non sono adatti.
La resa della coltivazione del mais è però molto buona.
Attualmente per la preparazione dei terreni si affittano dei trattori al costo di 35.000-40.000 F CFA all’ettaro. Se la cooperativa disponesse di un suo trattore gli associati pagherebbero 30.000 F CFA all’ettaro. La differenza di costo non è certo rilevante ma il vantaggio, stimato dagli associati, sarebbe l’aumento della produzione dovuto all’uso immediato del trattore dopo le prime piogge, senza attendere la disponibilità dei mezzi presi in affitto. Per questo motivo la loro unica richiesta è il trattore.
Abbiamo cercato di far presente i seguenti problemi:
- nessuno dei membri della cooperativa ha la patente di guida per il trattore.
- non c’è consapevolezza dei costi di manutenzione ordinaria, che rischiano di essere più elevati di quanto oggi pagato per affittare i trattori.
- il tempo di utilizzo del trattore per lavorare i terreni della cooperativa e dei sui soci è stato stimato in circa 10 giorni all’anno, troppo pochi per ammortizzare l’ investimento.
Non hanno risposto alle nostre prime due obiezioni, mentre per quanto riguarda la terza ci hanno detto che il trattore verrebbe affittato per trasporti e lavori agricoli per conto terzi.
Secondo me dobbiamo aiutare chi lavora per produrre di più e meglio; dobbiamo evitare che quanto donato diventi una rendita.
E’ opportuno tenere sempre presente questo aspetto perché fornire attrezzature alle cooperative può presentare questi rischi.
Purtroppo abbiamo visitato il villaggio solo alla fine dell’incontro e solo allora, a discorso concluso, ci siamo resi conto dei loro maxi stoccaggi di mais all’aperto; non siamo riusciti a capire se la cooperativa sia consapevole delle conseguenze sulla qualità e sul prezzo medio di vendita del mais, dovute ad un magazzinaggio non adeguato.
Come tutti le cooperative visitate anche a questa servirebbero una sgranatrice, un’area di essiccamento e un magazzino; ma si pensa solo al trattore!
Durante la visita del villaggio abbiamo visto una donna che stava sgranando manualmente il mais senza accorgersi di una capra che sgranocchiava allegramente le pannocchie.
Abbiamo visto anche un trattore Massey Ferguson moderno, abbandonato, con le gomme a terra, mancante di pezzi, di fatto un rottame; ci è stato detto essere di proprietà di un privato. Non apparteneva alla cooperativa ma è stato come un presagio della sorte che toccherebbe ad un eventuale nostra “operazione trattore”.
Almeno per ora non é possibile alcuna azione a favore di questa cooperativa.
Scuola di Katsikopé.
Hanno ribadito la richiesta, già fatteci a novembre, di un aiuto per sistemare una vecchia aula in terra cruda da utilizzare per gli alunni della prima elementare. Hanno inoltre chiesto l’installazione di un lampione fotovoltaico per consentire agli studenti di studiare alla sera. Questi lampioni sono ormai piuttosto frequenti in Togo nell’ambito dell’illuminazione pubblica. Nessuna idea sul loro costo da parte di Ayena; noi non l’abbiamo chiesto per non suscitare attese e non abbiamo fatto promesse.
Purtroppo quando qualcuno ha ricevuto qualche cosa si aspetta di continuare a ricevere.
Cooperativa Gbénodou di Atchandome. Siamo stati ricevuti in pompa magna con balli e canti. Erano molto contenti di aver ricevuto le attrezzature per la lavorazione della manioca. Ci hanno invitato a cena con polenta di mais bianco e verdure.
Non hanno chiesto nient’altro!
In occasione di prossime visite in Togo andremo ancora a visitare questa cooperativa per valutare l’impatto delle attrezzature fornite sulla loro attività.
Cooperativa Mawugno Vo-Koutimé. E’ospitata presso il Centro di Sviluppo La Grace, emanazione della chiesa Assemblea di Dio; è di fatto una scuola che al sabato ed alla domenica ospita 285 ragazzi e ragazze dai 3 ai 15 anni, probabilmente per studiare il catechismo. La cooperativa è composta dai genitori dei ragazzi che frequentano la scuola; alleva animali e produce sapone tradizionale. In particolare circa 15 donne si dedicano regolarmente alla produzione e vendita di sapone; il prodotto è apprezzato e viene venduto bene al mercato di Vogan e in altri mercati nel raggio di 10 Km.
La cooperativa è assistita e forse anche coordinata, da un giovane uomo che ha una funzione nella scuola e che di fatto è stato il nostro unico interlocutore. Parlando per conto delle donne ci ha chiesto un carrello a mano per trasportare il prodotto al mercato (circa 120.000 F CFA) ed un aiuto finanziario (900.000 F CFA) come capitale di giro per aumentare la produzione e il numero di persone impiegate nell’attività.
Abbiamo chiesto che ci venga inviato lo statuto della cooperativa e il progetto per poter meglio valutare la congruità delle richieste.
Prima di iniziare il colloquio con il coordinatore, un gruppo di 6 o 7 donne ci ha mostrato le prime fasi della produzione del sapone e alla fine del nostro colloquio, 60 o 70 palle di sapone erano stese al sole ad asciugare per essere vendute nel giro di qualche giorno.
Scoops Lonlongno. Yohonou. Lo scopo della visita era quello di vedere il motocoltivatore e la trebbiatrice del riso arrivate solo qualche giorno prima. Il motocoltivatore era sprovvisto di aratro, non ancora arrivato.

Il responsabile della cooperativa ha fatto un discorso di ringraziamento alla fine del quale ha avanzato altre richieste come la costruzione di un muro di recinzione per proteggere l’area di essiccamento dai bambini che ci vanno a giocare con attrezzi di ferro col rischio di rovinare la pavimentazione.
Ho risposto ringraziando per l’accoglienza, per le manifestazioni di amicizia e per il rimborso di 200.000 F CFA; ho anche detto che era nostra intenzione continuare a mantenere i rapporti con la cooperativa per seguire gli sviluppi della loro attività.
In quanto alle richieste ho detto che Lonlongno aveva già ricevuto aiuti importanti (magazzino, attrezzi per la manioca, prestito dato per affittare il terreno, motocoltivatore e trebbiatrice) e che, grazie a quelli, doveva migliorare le condizioni di vita dei membri della cooperativa, effettuare gli investimenti necessari a mantenere quanto ricevuto e rimborsare quanto concordato.
Ayena mi ha detto poi che ero stato troppo duro, poco diplomatico e che non bisogna mai far perdere la speranza. Può darsi che secondo il galateo locale io abbia commesso una scorrettezza, però mi sembra necessario far capire che il nostro aiuto non può e non vuole, essere continuo ma deve servire per avviare un processo di sviluppo che deve poi proseguire autonomamente. Sono convinto di aver fatto bene a togliere l’eventuale illusione di “aiuti senza fine”.
Nella prossima visita cercheremo di quantificare il miglioramento del guadagno portato dalle macchine, la minor fatica fisica, lo stato di manutenzione e il grado di ammortamento delle macchine.
Polo scolastico di Dzrékpo Centre. Breve visita alle 6 latrine a doppia fossa che abbiamo visto abbastanza pulite. Una porta aveva un cardine rotto. Era in corso un evento sportivo. Abbiamo parlato brevemente con la direttrice che ci ha detto che servirebbero molte altre latrine.
Cooperativa Assilassime Yohonou. All’incontro svoltosi nell’orto hanno partecipato tre persone piuttosto anziane. Nel terreno in affitto di 1 ettaro, coltivato solo a metà, hanno cominciato a scavare un pozzo che però non è stato completato per cui nel corso della stagione secca restano senza acqua. C’è anche un secondo orto da 1/2 ha.
Le richieste sono: completare il pozzo, avere una pompa con generatore (non se ne parla nemmeno!), avere una prima fornitura di concime ed alcuni recipienti per raccogliere i prodotti.
Mi hanno fatto un po’ pena perché mi è parso che non abbiano altre alternative di reddito oltre a quell’orto che non riescono a coltivare. Abbiamo visitato altre cooperative, altrettanto bisognose, dove un aiuto avrebbe più probabilità di essere il punto d’inizio di un processo di sviluppo.
Cooperativa Agbagbé. Ahonkpé. E’ composta da 9 donne e 6 uomini ed è inserita nel villaggio di Ahonkpé. Alla riunione era presente tutto il villaggio, compreso il suo capo con vestito e cappello delle grandi occasioni. Per il discorso di benvenuto è stato ingaggiato un insegnante in pensione che risiede nel villaggio.
La cooperativa dispone di circa 12 ha di terreno di proprietà ancestrale del villaggio, produce mais, manioca e fagioli. Quest’anno il raccolto è stato scarso, particolarmente cattivo il raccolto dei fagioli.
Ha i tipici problemi delle cooperative che producono mais:
- poco tempo per trattare il primo raccolto in quanto devono preparare il terreno per il secondo raccolto;
- problemi di trasporto perché i loro campi sono a 7/8 Km dal villaggio;
- mancanza di una sgranatrice e di un’area di essiccamento ( perciò si ricorre agli stoccaggi tradizionali a cumulo, soggetti a furti ed a perdite di prodotto a causa di topi, uccelli, insetti e muffe);
- mancanza di un magazzino che costringe a sgranare il raccolto poco alla volta.
Per tutte queste ragioni sono costretti a vendere subito buona parte del raccolto, nel momento della massima disponibilità, quindi a prezzi bassi.
Quello che servirebbe e che hanno chiesto è: magazzino, area di essiccazione, sgranatrice, bidoni di plastica per conservare il mais e attrezzature per la lavorazione della manioca (grattugia, presse, recipienti e padelle per la tostatura).
Ovviamente non tutto e non subito, ma la fornitura della sgranatrice e la realizzazione di un’area di essicamento potrebbe essere un utile inizio.
Il villaggio è anche soggetto a carenza d’acqua; nella stagione secca i 4 pozzi disponibili si asciugano completamente per cui si ricorrere al forage di un privato a 3 Km di distanza, pagando 20 F CFA per 25 litri. In più si devono percorrere 6 Km a piedi o in bicicletta per portare l’acqua a casa. Ci è stata chiesta la realizzazione di un pozzo a favore di tutto il villaggio dove risiedono 400 adulti e 600 bambini.
Nel corso della visita abbiamo visto un pozzo abbandonato, secco e con pattume sul fondo e un pozzo con acqua abbondante, senza coperchio, senza muro di protezione dell’area limitrofa e con il secchio per il prelievo gettato in terra dove razzolavano le galline. Forse è meglio che comprino l’acqua a 3 Km di distanza, è sicuramente più salubre!
Impianto di decorticazione del riso di Mome-Hagou. Presenti solo 4 uomini e 7 donne. Atmosfera piuttosto depressa perché sia il raccolto del riso che quello del mais sono stati scarsi. Hanno finito con la campagna del mais ed hanno già cominciato a preparare i campi per il riso.
Cooperativa Béthel Gboto-Zeve. I terreni utilizzati sono posti ad almeno 20 Km dal villaggio di Gboto-Zeve e sono collegati al villaggio da una pista in terra rossa molto sconnessa e difficile da percorrere; sono praticamente al confine con il Benin a nord – est di Tabligo. I membri del groupement, 8 donne e 6 uomini, risiedono, quasi tutto l’anno sul terreno che coltivano, vivono in alcune baracche molto malconce, con l’acqua potabile a 12 Km. I figli risiedono a Gboto-Zeve e vanno in visita ai genitori la domenica.


All’incontro erano presenti 5 donne e 5 uomini. La cooperativa ha preso in affitto dal villaggio 42,5 ha, al canone di 5.000 F CFA per ettaro all’anno.
Nella stessa zona, sempre di proprietà del villaggio, sono disponibili altri 260 ha di terreno. Ogni membro della cooperativa ha anche piccoli appezzamenti di terreno dove coltivare la manioca.
Quest’anno 30 ha di terreno hanno prodotto 60 tonnellate di mais e nella seconda stagione 19 tonnellate di cotone; 12 ettari circa vengono coltivati con legumi e peperoncino, prevalentemente per autoconsumo.
Il cotone vale 480.000 F CFA la tonnellata, con un incasso di soli 230.000, in quanto l’azienda che lo ritira fornisce a credito concimi, erbicidi e antiparassitari per un valore di 250.000 F CFA la tonnellata.
Nelle immediate vicinanze dell’insediamento c’era, all’aperto, un grosso stoccaggio di mais realizzato con il solito sistema del cumulo di pannocchie.
I problemi che ci sono stati descritti sono gli stessi di tutti gli agricoltori che producono mais nella zona.
Le necessità sono le solite: magazzino, area di essiccamento, sgranatrice. L’affitto della sgranatrice costa 5.400 F CFA alla tonnellata pari a 324.000 F CFA per 60 tonnellate.
La sgranatrice, che separa anche le foglie che avvolgono la pannocchia, costa 1.300.000 F CFA.
Durante l’incontro, senza fare alcuna promessa, si è parlato dell’eventuale futuro magazzino. Vista l’entità della produzione sarebbe necessario un magazzino di almeno 100 m² e un’area di essiccamento di almeno 200 m². (L’essiccamento di 1 tonnellata di mais richiede 2-3 giorni ed occupa una superficie di 200 m². La raccolta è di 2 ton di mais al giorno).
Incontro con quattro cooperative di Gboto-Zeve. Il programma prevedeva di incontrare i membri di 2 cooperative nella piazza del paese, all’incontro se ne sono presentate quattro. Una peggio dell’altra!
La prima voleva produrre banane e chiedeva un finanziamento per pagare le persone che le avrebbero coltivate e per pagare del concime chimico e organico e per acquistare un carretto per portare le banane al mercato.
La seconda chiedeva l’attrezzatura per la lavorazione della manioca, in particolare la grattugia, per poi affittarla ai produttori di manioca.
Ce ne siamo andati velocemente.
Centro di Salute di Dzrékpo-Hagou. Ci siamo passati più volte in quanto Ayena doveva parlare col muratore che sta costruendo il secondo alloggio di servizio del personale; come si può vedere nelle foto sottostanti i lavori del secondo edificio sono a buon punto, tutti i blocchetti di calcestruzzo sono stati prodotti per cui la costruzione dovrebbe concludersi entro 2 o 3 mesi.


Il preventivo per l’allacciamento alla rete elettrica nazionale è arrivato; ancora prima della nostra partenza per il Togo abbiamo inviato la somma di 3.000,00 Euro per realizzare al più presto il collegamento. Con l’arrivo dell’elettricità sarà possibile anche distribuire l’acqua del pozzo ai vari punti di utilizzo del Centro di Salute e alle abitazioni di servizio del personale Abbiamo chiesto ad Ayena di preparare un progetto per elettrificare i vari edifici del centro di salute e per dotarli di acqua corrente.
Riunione con il Comitato di gestione del Centro di Salute
Nel periodo compreso tra il 26 dicembre 2014 e il 25 dicembre 2015 sono state svolte le seguenti attività:
Prime visite ambulatoriali | 1685 |
Altre visite ambulatoriali | 209 |
Visite totali | 1894 |
Medicazioni | 62 |
Visite a uomini | 746 |
Viste a donne | 1148 |
Visite prenatali nuovi casi | 106 |
Visite prenatali vecchi casi | 190 |
Parti | 85 |
Totale incassato (ticket) | 4.713.745 F CFA |
Totale spese compreso salari | 3.317.275 F CFA |
Risultato | 1.396.470 F CFA |
Risultato cumulativo2013/15 | 1.932.885 F CFA |
Questi risultati dimostrano che il Centro di Salute è in grado di sostenersi e in futuro anche di effettuare delle piccole operazioni di manutenzione.
Questi risultati dipendono dal controllo regolare dei conti da parte del nostro partner togolese. Ho segnalato in precedenti relazioni che ci sono già stati furti che sono stati scoperti per tempo ed almeno parzialmente, rimborsati.
Dopo le abitazioni di servizio del personale, l’elettricità, l’acqua ed il laboratorio dovremo comunque continuare a monitorare i conti del Centro di Salute per evitare lo stato di abbandono dei vari Centri che abbiamo visitato nel 2011.
Oltre ai nostri progetti abbiamo visitato anche la Scuola Materna di Atchandome dove è in costruzione la seconda aula finanziata da Progetti di Solidarietà OIKOS di Bergamo e il pozzo in costruzione di Katihoè-Hélépémé finanziato da SBSociale di Roma; per queste visite verrà fatta una relazione separata.